Il cavallo è l’animale domestico capace di apprendere più velocemente. Assodata la buona capacità di apprendimento, resta la domanda: “come apprendono i cavalli?”
I cavalli sono animali reattivi e quindi reagiscono agli stimoli che provengono dall’esterno.
I cavalli, possono reagire in maniera continua e con spavento a delle azioni che noi possiamo mettere in atto per proteggerci, pensando siano corrette. Se un cavallo morde e poi gli si da un pugno, è probabile che continuerà a mordere e abbia delle reazioni di spavento appena sia mossa una mano. Perché avviene una cosa del genere? Perché si è utilizzato un comportamento errato per insegnare qualcosa al cavallo.
In un caso del genere un professionista avrebbe utilizzato tecniche più funzionali relative al condizionamento classico, come il rinforzo negativo, o avrebbe sfruttato la distraibilità del cavallo.
Il cavallo, inoltre, è un animale contro la pressione.
Il cavallo può imparare molto, sia in braco sia nella vita domestica, attraverso l’introduzione o la sottrazione di una stessa pressione.
Qualunque sia la natura della pressione durante l’addestramento (capezza, aiuti della gamba, morso e redini, sollevare i piedi, etc.), tale pressione non deve essere mai di natura violenta.
La violenza provoca, oltre al dolore, la paura che innalza i livelli di adrenalina.
L’adrenalina in un cavallo si alza nelle situazioni di pericolo che portano alla fuga.
Nessun cavallo che abbia livelli alti di adrenalina è in grado di apprendere.
Ciò che sarà appreso provocando paura nell’animale non sarà veramente appreso e alla fine porterà alla fuga.
È necessario ricordare che il cavallo apprende costantemente e non nasce con vizi comportamentali. Bisogna rispettare la natura dell’animale e la sua psiche senza confondere le sue esigenze con le nostre o con quelle degli altri animali domestici, comunemente predatori.
Bisogna considerare il cavallo come l’animale da preda che è e non umanizzarlo, trattandolo con rispetto, dolcezza e amore.